A proposito dell’ansia, Vi racconto una storia.
Potrebbe iniziare con C’era una volta ma anche con Stasera.
Un uomo vive in una casa enorme e una notte sente uno strano rumore. probabilmente viene dal piano di sopra, magari dalla camera.
Svelto sale e chiude a chiave la stanza.
Scende più tranquillo ma dopo un pò avverte di nuovo quel rumore e gli sembra ancora più vicino e temibile.
Risale e chiude un’altra stanza.
Poi un’altra
E un’altra ancora.
Via via che la notte avanza sale e risale fino a chiudere tuttele porte ma il rumore continua a tormentarlo più sordo ed inquietante.
Sembra spostarsi verso il basso,
L’uomo chiude il bagno,
il salotto, la camera degli ospiti.
si siede nel corridoio.
Adesso il rumore sembra girargli intorno..
Non ci sono più porte da chiudere.
Non ricordo da dove viene questa storia, so che mi ha accompagnato ad aprire un paio di stanze e talvolta mi trovo a ripercorrerla con i pazienti.
Specialmente con quelli che si sono ritirati nel corridoio della propria esistenza.
Cosa si nasconde dietro la porta delle paure?
Nella stanza di Barbara c’era il timore di non essere abbastanza brava come avvocato e all’inizio del nostro percorso chiudeva velocemente il discorso, a doppia mandata, con pretesti d’impotenza .
C’è voluto del tempo perchè si affacciasse a curiosare su quell’abbastanza, perchè prendesse le misure delle sue aspettative e infine perchè accettasse anche che quell’abbastanza poteva anche sostenerla in un apprendimento meno colpevole.
Accogliere il non sentirsi ancora brava in modo più benevolo, le ha permesso di orientare la propria formazione;banalmente di leggere libri senza caricarli dell’autotortura sul perchè ignorasse ancora certi argomenti o su quanto fosse lontana dalle sue aspettative.
Ed anche di cercare buoni sostegni nel suo percorso, colleghi o docenti; senza vergogna.
Barbara è un nome di fantasia, la sua storia è vera e vicina a molte altre.
A ciascuno le sue stanze…se vi va di condividere la vostra accomodatevi pure nei commenti.