Rossella Bartolomei

Gestalt e EMDR

Cos’è la psicoterapia della Gestalt?

Il mio primo terapeuta spesso rispondeva alle domande con un indisponente: 

Immagina, se non lo so come faccio a immaginarlo… Puoi immaginarlo solo se non lo sai.

All’epoca non sapevo che l’immaginare fosse un pilastro portante gestaltico…e pur essendo pronta per l’arrivederci e grazie…tentennavo un pò cogliendo nel frattempo quell’invito all’esperienza.

L’esperienza di immaginare, sbilanciandosi nel vuoto protetto di una “base sicura”.

Alla fine ci sono rimasta abbastanza a lungo  da scoprire che questa sorta di socratico non so  è preziosa premessa del contatto con ciò che sento, penso e voglio.

Nella terapia gestaltica l’orizzonte in cui paziente e terapeuta si muovono sebbene da posizioni diverse è quello della consapevolezza e della scelta.

Il terapeuta accompagna il paziente ad entrare in contatto con tutte le sue parti, garantisce uno spazio di accettazione nel quale aprire un dialogo e contrattare libertà.

E il paziente sceglie dove andare a secondo dell’”effetto che fa” immaginare di fare una cosa o un’altra. Non è detto che i suoi “gusti esistenziali” corrispondano a quelli del terapeuta e quest’ultimo può accompagnarlo a esplorare autenticamente le declinazioni esperienziali solo mantenendosi in uno stato di indifferenza creativa accogliente e curiosa.

Per saperne di più:

Cos’è l’EMDR?

È un approccio al trauma basato sulla Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari.

Le persone che sono rimaste traumatizzate da esperienze soverchianti rimangono in qualche modo intrappolate in circuiti di memorie, ansie e convinzioni  negative che ne compromettono profondamente il benessere e il cambiamento.

 

Le osservazioni in  in ambito neurobiologico  hanno dimostrato come quest’evidenza clinica abbia una corrispondenza nel blocco della rete neuronale traumatica e nella mancanza di nessi con altre aree più adattive.

L’ EMDR permette proprio il ristabilirsi di una comunicazione con il resto della rete neuronale in modo che il sistema innato di guarigione possa riavviare il naturale processo di autoguarigione (riprocessando l’informazione bloccata).

E la persona possa liberarsi dal trauma, collocarlo nel passato e non esserne più ostaggio.

Ciò che rende talvolta difficoltoso il riconoscimento di un carico traumatico è che spesso lo si cerca tra i grandi Traumi, incidenti, lutti, calamità di vario genere ignorando il portato dei traumi relazionali.

La mancanza di adeguate cure, l’aver subito maltrattamenti fisici e/o psicologici, o più semplicemente in non esser stati riconosciuti e rispettati in tenera età lasciano spesso impronte traumatiche che segnano profondamente vita e relazioni anche in età adulta.

L’approccio ai traumi relazionali richiede più tempo e molta cura in quanto l’identità personale si è proprio andata formando intorno a questo nucleo. (ferita)

Il complesso sviluppo della fiducia è un aspetto essenziale così come il riconoscere che il processo terapeutico è sotto controllo.

Durante EMDR infatti, il l paziente , sebbena possa attraversare momenti critici e emozioni intense,  rimane sempre cosciente e libero di scegliere se continuare o interrompere la stimolazione.